Il Calendario Primaverile di Peripli
IL CALENDARIO PRIMAVERILE DI PERIPLI
a cura di Giulia D’Argenio
L’ALTRO SGUARDO SUL MEDITERRANEO | LA FORZA DELL’IMMAGINE PER APRIRE NUOVI ORIZZONTI
Si è svolta, dal 7 al 12 maggio 2012, la rassegna cinematografica “L’altro sguardo sul Mediterraneo”. Un titolo denso di significato perché l’iniziativa è stata voluta e realizzata da sole donne ed è il loro l’altro sguardo di cui si parla: uno sguardo diverso che si apre alla diversità.
Sorelle di Zaynab: le donne e l’Egitto della rivoluzione: tra incognite e desiderio di cambiamento.
Nella suggestiva cornice della Domus Ars a Napoli, questa settimana di cinema è stata inaugurata dal video-documentario “Le Sorelle di Zaynab” della regista italo-siriana Carolina Popolani. Realizzato nel 2011, all’indomani dell’esplosione della rivoluzione in Egitto che ha portato alla ribalta politica il movimento dei Fratelli Musulmani, il documentario è incentrato sul ruolo attivo delle donne all’interno dell’associazione nei suoi settori più disparati, dalle attività di proselitismo alla beneficienza, alla partecipazione alla politica attiva. Obiettivo della regista, che ha partecipato alla proiezione, è stato mettere in luce il dinamico impegno di donne che, tuttavia, sono inserite in una rigida organizzazione gerarchica, come espresso dal loro linguaggio e dagli atteggiamenti che comunicano i contenuti dottrinali ispiratori del movimento. Uno specchietto per allodole dunque? Non proprio. Nel paese è in corso un cammino di trasformazione lontano dai percorsi di emancipazione di concezione occidentale che ha, però, un forte potenziale positivo. Il ruolo preponderante dei Fratelli Musulmani, nella forma politica del partito Giustizia e Libertà, è dovuta a un’assenza di alternative credibili alla guida dell’Egitto ma il cambiamento sarà certamente profondo, nonostante le grandi incertezze attuali. In questo processo, un contributo importante verrebbe, secondo la Popolani, dall’impegno profuso dalle stesse donne della Fratellanza a favore della dell’alfabetizzazione e scolarizzazione della fasce sociali più povere del paese, accrescendone la consapevolezza e la capacità di partecipazione nel lungo periodo, al di là degli sconvolgimenti attuali.
R-evolution: rivoluzione – evoluzione?
Le rivolte arabe sotto la lente d’ingrandimento di giovani arabisti.
L’evento ha aperto le porte anche agli studenti de “L’Orientale” di Napoli che hanno avuto a disposizione uno spazio per presentare le ricerche da loro realizzate sulle primavere arabe nell’ambito del corso di lingua e cultura araba con la professoressa Oriana Capezio. Organizzati in gruppi di lavoro, i giovani studiosi hanno raccolto la sfida della docente a mettere in moto la propria capacità creativa e aguzzare l’ingegno per reperire il materiale e le fonti necessarie a trattare, in totale libertà, gli eventi che nell’ultimo anno hanno sconvolto la sponda sud mediterranea, ciascuno adottando un peculiare punto di vista e abbracciando gli ambiti più disparati: dalla satira alla letteratura, all’attualità politico-economico. I paesi studiati: l’Egitto, la Siria, la Tunisia e la Libia. Non sono mancate osservazioni sul problema dell’informazione e sulla difficoltà, per la stampa internazionale, a seguire gli eventi specie in Siria, caso studio rispetto al quale alcuni studenti hanno scelto di parlare della tragica vicenda della corrispondente del Sunday Times Marie Colvin e del reporter francese René Ochlick, rimasti uccisi durante un bombardamento a Homs all’inizio di questo anno. Il tutto sotto l’attento e interessato sguardo di Zouhir Louassini, giornalista di Rai News e esperto linguistico presso l’Università degli Studi “Roma Tre”, il quale ha sottolineato la validità dei lavori esposti ricordando la necessità di un maggiore impegno da parte del mondo accademico per la diffusione di queste attività contribuendo, nella misura del possibile, a diversificare l’offerta di informazione e correggere alcuni problemi connaturati nella struttura mediatica di questo paese.
C’era una volta in Anatolia
Il passato sospeso della Turchia e l’universale mediocrità del potere
La rassegna cinematografica vera e propria è stata chiusa dalla prof.ssa Lea Nocera dell’Università “L’Orientale”, la quale ha proposto la visione, in anteprima, dell’ultimo film del regista turco Nuri Birge Ceylan, uscito nelle sale italiane il 15 giugno. Un lavoro enigmatico e con tinte da noir che si discosta dallo stile di Ceylan per un utilizzo molto più marcato della parola. Volendo affrontare la delicata questione della corruzione del proprio paese costruendo un quadro, a tratti anche ironico, delle forme che in esso assume il potere, il regista ha scritto un copione assai più dialogato rispetto ai suoi lavori precedenti, segnati, al contrario, dal silenzio, perché il “potere fa un grande uso della parola”.
Complessa anche la realizzazione delle scene esterne in notturna, attraverso la vasta steppa anatolica, per la difficoltà ad illuminare le aree scelte come set. Una trama sospesa che richiama, da un lato, la violenza che ha sempre pesantemente segnato la storia della Turchia contemporanea e, dall’altro, l’ombra ingombrante di un passato, di una memoria storica con i quali non è mai avvenuta una vera pacificazione. Un elemento che, in qualche modo avvicina la poetica di questo film alla stessa situazione italiana e ad alcune pagine più buie della nostra storia. Un film che esce dai confini della Turchia anche per le tinte kafkiane con cui dipinge un potere stanco e corrotto che riproduce sé stesso in modo monotono e scarsamente convinto celando, molto spesso, dietro un’aura di grigia mediocrità i profondi drammi dell’uomo contemporaneo: in fondo, la pesantezza della macchina burocratica è una prerogativa non turca ma dello stato moderno.
Rapporto sulle economie del Mediterraneo: un futuro di convergenza Euromediterranea?
Questo interrogativo ha rappresentato il filo conduttore della presentazione dell’annuale “Rapporto sulle economie del Mediterraneo” realizzato da un team di ricercatori operanti in diverse università e coordinati dal presidente dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo (ISSM), prof. Paolo Malanima, curatore del volume. L’evento è stato volutamente posto a conclusione della settimana di eventi organizzata da Peripli: il Rapporto rappresenta, infatti, un importante prodotto della ricerca scientifica italiana che apre al mondo mediterraneo fornendo utili strumenti di analisi per rivolgere uno sguardo consapevole ad esso. La discussione, svoltasi nella sede dell’Istituto di Studi Filosofici, è stata aperta dalla prof.ssa Michela Pellicani, docente dell’Università di Bari, che ha trattato la questione dei trend demografici regionali. Attraverso lo studio di quattro casi-paese, la prof.ssa Pellicani ha messo in luce una prima probabile forma di convergenza nell’area data da una prospettiva di decrescita dei tassi di fecondità delle popolazioni, legata a diversi fattori tra cui la trasformazione delle economie sulla riva sud ed est del mediterraneo. Il prof. Salvatore Capasso (Università “Parthenope” di Napoli) ha, invece, cercato di comprendere la reale influenza che la crisi economica internazionale ha avuto sullo scoppio delle rivolte nei paesi arabi nel corso del 2011. I dati economici, mettendo in luce la relativa buona salute delle economie dei paesi interessati, smentirebbero l’idea di rivolte causate dalla povertà dimostrando, al contrario, che la loro radice andrebbe ricercata in un nuovo livello di consapevolezza tale da suscitare una forte reazione contro poteri ritenuti corrotti e incapaci di rispondere alla nuove istanze provenienti dal basso. Un’attenzione specifica è stata rivolta dal relatore al caso Italia, bloccata, cresciuta pochissimo in oltre venti anni di cattiva amministrazione. Le difficoltà del nostro paese sono, dunque, frutto di problemi strutturali che richiedono interventi efficaci ed incisivi a prescindere dalla virulenza della crisi in atto. La prof.ssa Eugenia Ferragina (ISSM) ha invece esposto i principali problemi che la regione si troverà ad affrontare negli anni a venire in campo ambientale. L’eccessiva pressione, legata a fattori quali la crescita demografica e dei movimenti migratori, sulle magre risorse idro-geologiche avrà forti ricadute, seppur con alcuni elementi di differenza, sui paesi delle due sponde mediterranee e sui loro equilibri politici interni ed internazionali. Fenomeno nuovo ma destinato ad assumere una sempre maggiore importanza è quello dell’affitto delle terre, soprattutto da parte di paesi come l’Arabia Saudita o la Libia, in stati stranieri con l’obiettivo di esternalizzare almeno parte della propria produzione agricola ed essere meno esposti all’estrema volatilità dei prezzi sul mercato agro-alimentare mondiale. Un ultimo sguardo alle questioni energetiche: la prof.ssa Silvana Bartoletto (Università “Parthenope”) ha esposto i dati relativi alle prospettive di consumo energetico per i paesi dell’euromediterraneo. Un’analisi che ha messo in luce la generale esigenza di pianificare nuove strategie che puntino, in particolare, sull’incremento dello sfruttamento di energie rinnovabili. Convergenza nelle principali problematiche e sfide di fronte alle quali i paesi dell’area euromediterranea si troveranno in un futuro più o meno prossimo, nonostante la ovvia eterogeneità che li attraversa: è questo il dato principale rilevato nella discussione condotta poi dai docenti, Luigi Mascilli Migliorini (Università “L’Orientale”) e Adalgisio Amendola (Università di Salerno).
Tag:economia, Egitto, Mediterraneo, turchia