Workshop Tirana – Day I – 9 april 2021
🇬🇧 – Workshop Tirana – Day 1 – 9 April 2021
Center for Comparative and International Studies, in cooperation with Center Science and Innovation for Development and Mesdheu Center, successfully organized the plenary session of the first workshop in Tirana in the framework of Europe for Citizen Project “Youth involvement in a constructive dialogue: Communist Past in Contemporary Western Balkan” (YOU-WB).
The plenary session, organized online on 9th April 2021, brought together academics, researchers, experts, civil society activists, and young people to discuss youth’s involvement in a constructive dialogue regarding the communist past focusing on the case of Albania. Fifty persons from Albania, Italy, France, and North Macedonia participated on the first day. The keynote speakers were: Prof. Dr. Adrian Civici, Rector of the Mediterranean University of Tirana, and Prof. Assoc. Dr. Enriketa Pandelejmoni (Papa).
Prof. Civici focused on the Albanian economy crisis in the years 1980-1990 and its impact on the end of the socialist system. He emphasized that it is crucial to deal with the past to make the future’s right actions. In the last decade of the ’80s-’90s, the Albanian economy showed signs of a total crisis. Consumer goods began to be massively lacking, switching to the food coupons system for the population, exports decreased, while demand for basic imports was constantly increasing, foreign exchange reserves were declining, and, in its entirety, domestic production, especially agri-food, was declining at an alarming rate. The country fell into a deep economic and financial crisis, and the system of the centralized economy no longer had any means or opportunity to stop it. In a broad sense, despite several attempts to modify economic policy and allow some elements of the “capitalist economy” this was a crisis of the socialist system itself and, consequently, could not be resolved without changing it.
Prof. Pandelejmoni (Papa) tackled communist legacy and memory-making in Albania. She noted that 30 years after the fall of the Berlin Wall, the history of communism still presents itself as one of the most polarizing and controversial themes in Eastern Europe’s Europe’s culture of memory, including Albania. In Albania, the research on communism and its memory are beginning, although 30 years have been passed since communism. The studies on communism and memory of communism are limited reduced in some newspaper articles and most publications of former political prisoners’ memories. Communist crimes are not profoundly studied. The only serious study on violence and terror in Albania to be mentioned is the publication of the volumes of encyclopedia of Institute for the Study of Communist Crimes and Consequences of Communism. Today as witnesses to the tragic event of communism are passing away, politicians, historians, and representatives of associations and NGOs are struggling for the reconstruction of social memory. In the framework of the EU path that post-communist Albania has to follow, it is expected that Albania should apply the European transnational perspective on the politics of communist memory.
Also, Prof. Assoc. Dr. Nevila Xhindi, CCIS Senior Advisor, illustrated the case by providing participants with photos and links from crucial sites in Albania such as museums, archives, etc. She noted that student movements, hunger strikes, protests, and the overthrow of Enver Hoxha monument and his dragging to the student city were the first acts, and unfortunately, the only ones of Albania’s decommunization. The longer the presence of communist persons, beliefs, actions, and mindsets in our country, the longer the transition continues. After three decades, we are not simply facing the inability to punish this period. Today, we are witnessing the tendency to return the old communist signs, symbols, graphics, and ideology. For the final decommunization to take place, justice must be done.
Only then can we hope for visible improvements, a functioning democracy, and a smooth end to our transition.
Participants were very active with questions for both Prof. Civici and Prof. Pandelejmoni (Papa). Some of the issues discussed during the first day were: the relation between the Communist Party of Albania and the Italian Communist Party, the impact of communist legacy in the EU integration process, the impact on the economy and first years of transitions, women and communist past and youth role, history school curricula and public narratives about the past, communism and transitional justice.
Full video of the 1 st day of the workshop in Tirana – Youth perspectives on remembrance
Gallery:
🇮🇹 – Workshop 1 – Tirana – 9 aprile 2021
Il “Center for Comparative and International Studies”, in collaborazione con il “Center Science and Innovation for Development” e il “Mesdheu Center”, ha organizzato con successo la sessione plenaria del primo workshop a Tirana nel quadro del progetto Europe for Citizen Coinvolgimento dei giovani in un dialogo costruttivo: Communist Past in Balcani occidentali contemporanei (YOU-WB).
La sessione plenaria, organizzata online il 9 aprile 2021, ha riunito accademici, ricercatori, esperti, attivisti della società civile e giovani per discutere del coinvolgimento dei giovani in un dialogo costruttivo sul passato comunista e si è concentrata sul caso dell’Albania. Il primo giorno hanno partecipato circa 50 persone provenienti da Albania, Italia, Francia e Macedonia del Nord. I relatori principali sono stati: Prof. Dr. Adrian Civici, Rettore dell’Università Mediterranea di Tirana, e Prof. Assoc. Dott.ssa Enriketa Pandelejmoni (Papa).
Il Prof. Civici si è concentrato sulla crisi dell’economia albanese negli anni 1980-1990 e sul suo impatto sulla fine del sistema socialista. Ha sottolineato che è fondamentale affrontare il passato per compiere le azioni giuste del futuro. Nell’ultimo decennio degli anni ’80 -’90 l’economia albanese ha mostrato segnali di crisi totale. I beni di consumo essenziali iniziarono a essere massicciamente carenti, tanto che si ricorse al sistema dei buoni alimentari per la popolazione, le esportazioni diminuirono, mentre la domanda di importazioni di base era in costante aumento, le riserve di valuta estera diminuivano e, nella sua interezza, la produzione interna, in particolare agroalimentare, stava diminuendo a un ritmo allarmante. Il paese cadde in una profonda crisi economica e finanziaria e il sistema dell’economia centralizzata non aveva più mezzi o opportunità per fermarla. In senso lato, nonostante diversi tentativi di modificare la politica economica e inserire alcuni elementi dell’economia capitalista, questa era una crisi dello stesso sistema socialista e, di conseguenza, non poteva essere risolta senza cambiarla.
La Prof. Pandelejmoni (Papa) ha affrontato il tema dell’eredità comunista e della creazione di memorie in Albania. Ha osservato che 30 anni dopo la caduta del muro di Berlino, la storia del comunismo si presenta ancora come uno dei temi più polarizzanti e controversi nella cultura della memoria dell’Europa orientale, compresa l’Albania. In Albania solo ora iniziano le ricerche sul comunismo e sulla sua memoria, anche se sono passati 30 anni dal regime comunista. Gli studi sul comunismo e la memoria del comunismo si limitano ad alcuni articoli di giornale e, nella maggior parte, alle pubblicazioni di ricordi di ex prigionieri politici. I crimini comunisti non sono studiati a fondo. L’unico studio serio sulla violenza e il terrore in Albania da menzionare è la pubblicazione dei volumi dell’enciclopedia dell’Istituto per lo studio dei crimini comunisti e delle conseguenze del comunismo. Oggi, mentre stanno scomparendo i testimoni del tragico evento del comunismo, politici, storici e rappresentanti di associazioni e ONG si battono per la ricostruzione della memoria sociale. Nel quadro del percorso dell’UE che l’Albania postcomunista deve seguire, ci si augura che l’Albania applichi la prospettiva transnazionale europea alla politica della memoria comunista.
Inoltre, il Prof. Assoc., dott.ssa Nevila Xhindi, consulente senior della CCIS, ha illustrato il caso fornendo ai partecipanti foto e collegamenti da siti cruciali in Albania come musei, archivi, ecc. Ha notato che i movimenti studenteschi, gli scioperi della fame, le proteste e il rovesciamento del monumento di Enver Hoxha e il suo trascinamento nella città universitaria furono i primi atti e, purtroppo, gli unici della de-comunistazione dell’Albania. Più lunga sarà la presenza di persone, credenze, azioni e mentalità comuniste in Albania, più a lunga sarà la transizione. Dopo tre decenni, non si sta semplicemente affrontando l’incapacità di condannare questo periodo. Oggi si tende a ripristinare vecchi segni, simboli, grafici e ideologie comunisti. Affinché abbia luogo la de-comunistazione definitiva, è necessario fare giustizia. Solo allora si potrà sperare in miglioramenti visibili, in una democrazia funzionante e in una conclusione senza intoppi della transizione verso la democrazia.
I partecipanti sono stati molto attivi con domande sia per il Prof. Civici che per il Prof. Pandelejmoni (Papa). Alcuni dei temi posti in discussione durante la prima giornata sono stati: il rapporto tra il Partito Comunista d’Albania e il Partito Comunista Italiano, l’impatto dell’eredità comunista nel processo di integrazione dell’UE, l’impatto sull’economia e i primi anni di transizione, donne e comunisti, ruolo dei giovani, curricula scolastici di storia e narrazioni pubbliche sul passato, comunismo e giustizia di transizione.
Video completo del 1 ° giorno del seminario a Tirana – Prospettive giovanili sulla memoria