Dichiarazione del Consiglio Consultivo della Fondazione dell'Assemblea dei Cittadini del Mediterraneo (FACM)
Valencia, 25 novembre 2023
Le preoccupazioni e le inquietudini espresse dal Consiglio consultivo della FACM nella riunione del 3 giugno 2023 (*link alla dichiarazione in fondo alla pagina) sono oggi motivo di allarme senza precedenti.
Dopo l’orrore dell’azione di Hamas del 7 ottobre, Israele ha scatenato un’ondata di omicidi sistematici, e a sangue freddo, di persone indifese. Una minaccia certa grava su centinaia di migliaia di esseri umani confinati in una stretta striscia di terra ridotta in rovina e privata delle risorse più elementari che fanno di noi degli esseri umani degni di questo nome.
La barbarie è di tale portata da rappresentare una grottesca ripetizione dei peggiori momenti della recente storia europea, proprio di quella che ha dato origine al conflitto in corso a Gaza. Il timore è che si stia assistendo ad un genocidio con le telecamere autorizzate dallo stesso autore della strage.
Il dispiegamento di una forza aggressiva propria di uno Stato che pretende di difendersi, si estende pericolosamente ai cosiddetti “estranei nella stanza”, che in breve tempo possono trasformarsi in altri poteri volti all’ aggressione, oggi anche in termini di comunicazioni, informazioni e uso dell’ intelligenza artificiale. Una forza deterrente incaricata di stabilizzare e mantenere un cessate il fuoco sarebbe sempre più marginale in termini di dimensioni e obiettivi.
Niente di tutto ciò sembra scoraggiare i flussi migratori che sono anche il risultato di guerre, carestie e cambiamenti climatici. Nell’indifferenza degli Stati, ridotti ormai a semplici poliziotti di frontiera e civili registratori di migliaia di morti sulle nostre coste.
Il Consiglio Consultivo del FACM osserva con inquietudine l’evolversi di questi eventi ed esprime il timore che i loro effetti raggiungano altre zone del nostro campo d’azione: a partire dai Balcani occidentali e in particolare dalla Bosnia-Erzegovina, alla Serbia, al Montenegro, alle manovre della destra italiana in Albania, e in tutto il Nord Africa con il vuoto libico, alle speranze tunisine e all’autocompiacimento nei confronti delle dittature egiziana e marocchina.
Ma non tutto è perduto. Nonostante tutte le difficoltà, le reti umane e sociali che invocano e mettono in pratica i principi e le credenze che ci rendono umani esistono ancora. Resistono e si sviluppano, come nel caso della FACM che conta centinaia di aderenti in tutto il Mediterraneo.
Rimane intatta l’idea di stimolare e organizzare la cooperazione tra le città a livello di contributi tecnici, economici e sociali. Un elemento da tenere presente di fronte a ciò che sembra inevitabile, la distruzione apocalittica in termini fisici e in termini di vite, che si sta consumando.
Più difficile, ma non impossibile, è fermare il barbaro massacro degli ulivi in Cisgiordania. Va comunque ricordato che l’olivo è simbolo di pace e nutrimento fondamentale per gli esseri abbandonati a sé stessi e privi di aiuti alimantari.
Il Consiglio Consultivo della FACM condanna gli atti di terrorismo, così come condanna il terrorismo organizzato da uno Stato e alimentato anche da una potenza mondiale estranea al Mediterraneo.
Nelle circostanze attuali, il Consiglio consultivo è costretto a ribadire in tutti i suoi termini le proposte avanzate nella riunione del 3 giugno 2023*. Questa reiterazione sottolinea l’inazione, se non l’indifferenza, delle autorità pubbliche negli ultimi mesi.
Infine, il Consiglio consultivo della FACM invita alla resistenza, alla mobilitazione della società civile organizzata e al coordinamento con le istituzioni democratiche di fronte all’effettivo sviluppo delle minacce.
Soprattutto, e come prima misura che dovrà essere adottata dalla comunità internazionale rappresentata dall’ONU, un cessate il fuoco immediato, il ritiro delle forze occupanti e l’ingresso di tutti gli aiuti umanitari necessari sul terreno di guerra.
Il controllo degli armamenti e la verifica effettiva del cessate il fuoco dovrebbero essere affidati ad una missione militare e civile delle stesse Nazioni Unite. L’UE e l’Unione per il Mediterraneo dovrebbero farsi carico della ricostruzione e della stabilizzazione fino all’effettiva creazione di uno Stato palestinese con confini sicuri e definiti accanto allo Stato di Israele.
La FACM chiede ancora una volta di mettere a tacere le armi e di aprire tutte le strade per una soluzione pacifica dei conflitti. I popoli del Mediterraneo, con la loro lunga storia, non devono più essere trattati come pezzi di un puzzle in cui intervengono interessi di ogni tipo che li subordinano e li sottopongono a inutili lotte che ne mortificano l’umanità.
Il Mediterraneo non deve più essere un grande cimitero. Tra le lotte pacifiche, prioritaria deve essere la lotta contro le disuguaglianze e il cambiamento climatico. Tutta la rete cittadina articolata dalla FACM è pronta a collaborare nelle direzioni indicate.
Valencia, Spagna, 25 novembre 2023.
Declaración del Consejo Consultivo del 25 de noviembre de 2023 (3 idiomas)
ES – https://fundacionacm.org/es/2023/06/22/declaracion-del-consejo-consultivo-de-la-fundacion-asamblea-de-ciudadanos-yciudadanas-del-mediterraneo-facm-valencia-3-de-junio-de-2023/ FR – https://fundacionacm.org/fr/2023/06/22/declaration-du-conseil-consultatif-de-la-fondation-assemblee-de-citoyens-etcitoyennes-de-la-mediterranee-facm-valencia-3-juin-2023/ EN – https://fundacionacm.org/en/2023/06/22/statement-by-the-advisory-council-of-the-mediterranean-citizens-assemblyfoundation-mcaf-valencia-june-3rd-2023/ 3