Il linguaggio dell’arte come valore e testimonianza
Franco Riccardo
nota a cura di Rita Felerico
L’incontro con l’arte apre ad una nuova riflessione il grande tema che si affronta quest’anno: l’arte con il suo immediato linguaggio arricchisce di significato, testimonia chiarificando le contraddizioni e in qualche caso prevede le complesse situazioni a cui una società va incontro.
Scrive così Franco Riccardo:
“Il mio interesse per l’arte contemporanea, in particolare di quella afferente al sociale, non è solo il collezionarla, nasce piuttosto per l’utilizzo del suo linguaggio,del linguaggio che le è proprio. Per questo cerco di dare voce agli artisti che non possono averla, visto che il “sistema arte” vincola “l’esistenza” dell’artista alla partecipazione al mercato”.
In questo senso l’arte – che accompagna la nostra vita in ogni giorno – è territorio di tutti e ha un ruolo sociale, di comunicare, di trasmissione del sapere poco analizzato; esempio per tutti valga quello di Caravaggio, il suo scontro con la chiesa, la sua denuncia etica, visibile nelle sue opere; per fare un esempio a noi vicino ricordiamo l’insuperabile tela delle Sette opere della Misericordia.
“Nel corso della mia attività di gallerista, ho potuto approfondire le mie conoscenze non solo nell’ambito squisitamente artistico, ma anche nella sfera diciamo così “strutturale” del mondo dell’arte. L’attenzione verso diversi mezzi di espressione e la sensibilità verso la ricerca di nuovi linguaggi, mi ha confermato come l’arte contemporanea in generale sia sempre più organizzata ed egemonizzata da una cultura ristretta alle dinamiche del mercato. I rapporti di potere vedono affermarsi in maniera ormai schiacciante un indirizzo di “gusto” che premia una ristretta cerchia di personalità, il cui lavoro si riconosce nei valori consolidati di una cultura commerciale e standardizzata, gelosa del suo ruolo dominante.”
E racconta così la scoperta dell’Africa, gli artisti della biennale del Malindi profondamente legati al loro territorio, alla storia del loro territorio che raccontano come un film. Nasce in Franco il desiderio di dire e rendere visibili queste voci : “Dal 2000 mi occupo in particolar modo dell’arte contemporanea africana e di quella dei paesi arabi e nel tempo sono divenuto punto di riferimento nel sud del Mediterraneo per gli artisti africani. Gli artisti di queste realtà sono portatori di istanze e sensibilità legate al territorio da cui provengono e rappresentano il frutto di culture millenarie. Proprio per questo, parte del mio impegno come gallerista è stato quello di portare a Napoli e a varie Biennali di Venezia, numerosi esponenti di queste culture”.
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