Intervista di Rita Felerico all’archeologa Maira Torcia “Di sabbia e amore”
alle donne per le donne, in marzo
E’ marzo, il mese dedicato alle donne; nel presente, caratterizzato da caos di pensiero, da assenza di riflessione teorica e soprattutto dalla recrudescenza su quello che definirei il ‘fenomeno’ ( come inteso da Husserl , ovvero come percorso di conoscenza oltre che manifestazione di realtà) della violenza contro il sesso femminile – per non parlare della rimessa in discussione di leggi, regole e norme a tutela delle donne, del loro essere persone oltre che del ruolo svolto all’interno delle famiglie e della società – ripenso alle esperienze professionali e di vita delle donne che ho conosciuto. Tante storie. Ne ho voluto raccontare una, che merita di essere raccontata.
L’archeologa Maira Torcia, studiosa esperta delle cretule, già autrice di un libro prezioso “ Giza – cretule dall’area delle piramidi”, ha presentato recentemente a Roma presso l’ISEO ( Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente ) i risultati di una recente ricerca sulle cretule di Buhen, – antico insediamento sulle rive del Nilo – accolta dall’Istituto e sostenuta dal suo presidente , il prof. Adriano Rossi.
Delle cretule, grumi di argilla essiccata, si servivano in Egitto a modo di sigillo gli antichi sistemi burocratici e amministrativi per conservare, catalogare, esportare prodotti e oggetti, segnavano in definitiva un sistema di controllo. Maira ha esaminato circa 2000 cretule e ha messo in relazione le impronte dei sigilli e gli oggetti su di essi rappresentati con la rete del commercio, della rete burocratica, del metodo di tassazione, delle cariche del sistema amministrativo che nelle città dell’antico Egitto veniva posto in atto.
La novità dello studio di Maira, che per questo si è recata a Londra al Petrie Museum e al British, risiede proprio nell’aver dimostrato questa relazione, definendo in modo più coerente e preciso la cultura dei luoghi e il controllo esercitato dal potere anche su terre straniere lontane.
Da dove nasce l’amore per le cretule?
Nasce un po’ per caso; ero in Egitto per uno scavo a Maadi, insediamento preistorico vicino al Cairo e una studiosa mi propose di lavorare su questa classe di oggetti. Al direttore del Museo del Cairo chiesi così di poter esaminare e studiare vecchie cretule, provenienti da antichi scavi, quelli di Giza; usate per sigillare in ambito pubblico e privato contenitori, porte, depositi, cassette e documenti , le cretule venivano studiate – se lo venivano – per le impronte di sigillo sulla superficie esterna e non per le impronte degli oggetti che sigillavano, conservate sul retro. Già con la mia prima pubblicazione su Giza nel 2003 (la ricerca è stata oggetto di un convegno a Grenoble nell’anno seguente) misi le basi per approfondire lo studio di questa classe di oggetti.
Come hai proceduto?
Intanto con uno studio assiduo sulle cretule, al Cairo e presso l’Istituto Archeologico dell’Università di Heidelberg; poi dal 1986 al 1988 sono andata ripetutamente a Baghdad per studiare le cretule di Uruk e Tepe Gawra in modo particolare le chiusure di porte , porte di magazzini, archivi, recinti per custodire il gregge sacro. E’ il momento – siamo alla fine del IV millennio – in cui nasce la scrittura.
Rappresentano millenni di stratigrafia, modelli di società fondati sui clan i cui capi esercitavano il potere. Portai con me a Roma dei calchi, per poter meglio studiare, da qui iniziai ad intuire e relazionare le impronte dei sigilli e degli oggetti sigillati cercando di individuare l’organizzazione amministrativa e socio-economica delle antiche culture.
Una sorpresa fra le più importanti del tuo studio.
Trovare delle impronte dei sovrani di I° e II° dinastia in bassa Nubia; questo significa che la politica espansionistica è iniziata con la I° dinastia. Ipotesi che ho esposto al Congress of Nubian Studies tenutosi a Parigi nel 2018. Pubblicherò prossimamente il mio recente studio sui materiali di Buhen.
E’ la novità,la originalità della tua ricerca
Certo, metterò in luce l’importanza di queste cretule, piccoli tasselli rivelatori dell’organizzazione delle antiche società, che ci parlano dei ruoli attraverso i personaggi raffigurati, attraverso i geroglifici che ci narrano della politica dei sovrani, della loro volontà di potere.
E l’importanza per l’attenzione verso gli oggetti, le piccole cose che popolano la quotidianità della vita, che possiedono valore non economico ma culturale e sociale.
Da attrice ad archeologa
Si, una mia passione era ed è tuttora il teatro; ma la nascita dei miei due figli mi ha posto dinanzi una scelta di vita; al nomadismo del teatro ho preferito dedicarmi alla mia altra grande passione, l’archeologia, i viaggi alla scoperta di antiche civiltà e spazi una volta abitati che raccontassero la vita che- trascorsi tanti millenni- sembra percorrere , con forme e modalità diverse , sempre le stesse rette di crescita, di scambio, di relazioni. . Certo che rifarei le stesse scelte;ho scelto questa strada rinunciando ad altra carriera e inseguendo i miei desideri. E non mi sono lasciata condizionare.