FACM València – 14/15 settembre – Dichiarazione finale del Consiglio Consultativo
FONDAZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI CITTADINI E CITTADINE DEL MEDITERRANEO (FACM)
Dichiarazione finale del Consiglio Consultativo
Valencia, 15 Settembre 2018
La regione mediterranea vive una situazione geopolitica di crisi: i conflitti, antichi e recenti, e le tensioni si accumulano, le diseguaglianze economiche e sociali persistono e, di conseguenza, i flussi migratori e i relativi drammi umanitari si incrementano.
Tuttavia, le poste in gioco geopolitiche e geostrategiche vanno ben oltre lo spazio mediterraneo.
La regione subisce l’influenza della Russia, degli Stati Uniti e, sempre di più, della Cina. Eppure, se lo sfaldamento tra Nord/Sud dei paesi mediterranei si accentua, l’ideale della fondazione di uno spazio regionale integrato permane.
La FACM ha l’ambizione di promuovere una cittadinanza comune mediterranea, di organizzare un movimento di cittadini del Mediterraneo per contribuire al cambiamento dei rapporti economici e politici tra i paesi del Nord, del Sud e dell’Est e all’interno di ogni paese, ma anche di promuovere la democrazia e il rispetto dei diritti umani. La prospettiva a lungo termine è di costruire una comunità dei popoli mediterranei per la prosperità e la pace nella regione.
Per questo, la FACM ha sviluppato uno spazio cittadino mediterraneo fondato su quei valori e principi forti di riconoscimento dei diritti umani e di cittadinanza essenziali e fondamentali inscritti nella “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” delle Nazioni Unite.
- I bombardamenti non cessano di intensificarsi nella Siria del Nord. La città di Idlib, ultima roccaforte dell’opposizione siriana, e la sua campagna, sono diventate il nuovo bersaglio dell’aviazione russa e delle forze terrestri iraniane e siriane sottomesse al potere di Damasco. Una piccola città, di circa 250 mila abitanti, accoglie da qualche anno più di 3 milioni di civili di cui la maggioranza è costituita da sfollati. Gli ospedali e i presidi medici sono stati i primi obiettivi da distruggere e attualmente sono in maggioranza fuori servizio. Col pretesto di sloggiare diecimila membri dei gruppi radicali, milioni di civili sono minacciati di morte. La città e la sua regione pagano il prezzo elevato per il loro fermo impegno nelle manifestazioni pacifiche che hanno annunciato la rivoluzione siriana prima che essa si trasformasse in massacro.
La FACM richiama con forza l’attenzione dei popoli del Mediterraneo e delle istituzioni ufficiali sulla catastrofe umanitaria che si annuncia e che rischia di svolgersi, come le precedenti, nell’indifferenza totale della cosiddetta comunità internazionale. Decine di migliaia di civili saranno ben presto, di nuovo, sulle strade dell’esodo dell’area mediterranea. - Nel contesto della repressone globale la questione nazionale palestinese, che è stata un catalizzatore degli sviluppi politici regionali, ha perso la sua centralità.
Questo ha permesso allo Stato di Israele e agli Stati Uniti di prendere delle iniziative dannose per la stabilità della regione: accelerazione della colonizzazione, marginalizzazione dell’Autorità palestinese, cui si aggiungono di recente le provocazioni dovute al trasferimento dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme; le evoluzioni di tali iniziative sono fonti di tensione e possono provocare situazioni esplosive.
La FACM condanna la decisione degli Stati Uniti di diminuire gli aiuti ai campi dei rifugiati in Palestina; ciò compromette la sopravvivenza di 6 milioni di persone che dipendono da questo contributo per poter beneficiare dell’aiuto sanitario e dell’educazione. - La FACM denuncia la vendita delle armi ai paesi impegnati nei conflitti armati, come quelli delle coalizioni che operano nel Golfo arabo-persico, conformemente alle raccomandazioni delle istanze internazionali e in particolare del Trattato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sul commercio internazionale degli armamenti convenzionali del 2013 (TCA3).
- Dopo l’entusiasmo suscitato dall’onda delle rivolte arabe, l’autoritarismo sembra installarsi di nuovo al Sud e all’Est del Mediterraneo. Il Consiglio consultativo della FACM esprime la sua preoccupazione di fronte alla situazione critica delle libertà e dei diritti umani in queste regioni dove, salvo qualche rara eccezione, lo Stato di diritto è spesso violato, la stampa libera è imbavagliata e il sistema di polizia è stato ripristinato.
- Attualmente ci sono più di 65 milioni di migranti nel mondo. La FACM ribadisce la necessità di fare applicare il diritto internazionale che riguarda la difesa dei diritti umani e di non farne soltanto una questione morale. Chiediamo ai governi di ricordarsi dei loro impegni e di applicare questi diritti umani a tutte le categorie di migranti senza discriminazioni di sorta.
Esprimiamo la nostra volontà di fare stabilire come priorità il soccorso delle vite umane nel Mediterraneo, un’azione che deve essere sentita come responsabilità globale.
Siamo legati al principio secondo il quale l’aiuto ai migranti non debba essere considerato un delitto e per questo proponiamo che le varie legislazioni nazionali siano modificate in tal senso. - Le elezioni che si sono svolte in vari paesi europei in questi ultimi anni hanno mostrato un aumento dei partiti populisti, di estrema destra, alcuni dei quali sono ormai al potere. Approfittando della diffidenza crescente di alcuni cittadini nei riguardi dei partiti politici tradizionali ed esacerbando le loro inquietudini, soprattutto nei confronti dell’immigrazione e dei rifugiati, questi partiti rimettono in questione nel loro programma e nei loro discorsi un buon numero dei nostri diritti e delle nostre istituzioni. Essi rappresentano dunque una sfida per la nostra coesione sociale e il nostro modello democratico a nocumento della politica dell’Unione Europea nel Mediterraneo. Il Consiglio consultativo della FACM richiama i responsabili politici europei a valutare il peso di questa minaccia. E’ utile ricordare che la democrazia e i diritti umani non sono mai definitivamente acquisiti e richiedono una vigilanza sempre costante e crescente. E’ dovere di questi responsabili di mobilizzare di nuovo le nostre democrazie su dei progetti politici audaci ed inclusivi.
Queste molteplici constatazioni sono angoscianti e conducono al pessimismo. I giovani costituiscono certamente, per la loro apertura verso il mondo e la loro propensione alla generosità, un bene per identificare le soluzioni vettori di speranza.
Richiamiamo il messaggio di Edgard Morin, membro del Consiglio consultativo che, in occasione del suo discorso inaugurale dell’incontro dell’ACM a Tunisi nel 2011 ha affermato: “Il Mediterraneo è uno spazio unico al mondo di valori di solidarietà, di valori di forte fraternità e di valori d’onore che oggi sono capitali. In questo senso l’ACM è una pietra miliare di questo meraviglioso edificio da costruire e un progetto per il futuro”.