Conferenza prof. Maria Donzelli per l’Università Mohammed V di Rabat
Il 29 Marzo, su invito della Facoltà di Lettere e Scienze Umane dell’Università Mohammed V di Rabat (Marocco), la prof. Maria Donzelli ha tenuto una conferenza sul tema Il cambiamento dei sistemi educativi al tempo del Covid-19: l’utilizzazione delle tecnologie informatiche nelle relazioni umane.
L’argomento, di cruciale importanza per le comunità civili di ogni paese del mondo, è stato trattato nella sua complessità. In ogni parte del mondo si è dovuto annullare la dimensione sociale delle istituzioni di istruzione e formazione, di ogni ordine e grado, per difendere la salute delle persone di fronte alla propagazione del virus. Insegnanti, studenti, allievi e personale amministrativo si sono trovati immersi bruscamente nel mondo virtuale della didattica e della gestione a distanza. Questo cambiamento ha trovato tutti impreparati, mettendo pero’ subito in evidenza, e amplificandole, le differenze territoriali e le diseguaglianze tra le famiglie e tra le competenze informatiche di tutti i soggetti protagonisti. Il sistema è andato in crisi e ha dovuto far fronte a una discontinuità storica che ha mostrato tutte le contraddizioni pre esistenti, creandone di nuove. Il dibattito sull’efficacia dei sistemi educativi è ormai aperto e la scuola è diventata la sintesi simbolica di una diffidenza crepuscolare verso l’avvenire.
Il problema tuttavia non è certo quello di comparare il sistema didattico a distanza rispetto a quello in presenza, ma di mettere al centro del dibattito la trasformazione radicale dei paradigmi didattici che dovranno assumere le comunità scolari, appropriandosi del cambiamento del linguaggio e della relazione che la digitalizzazione comporta.
Non va certo dimenticato che la didattica a distanza ha completamente cambiato, tra l’altro, i rapporti di potere. E’ questo un punto di particolare criticità, che rinvia alla domanda: Chi gestisce le piattaforme, gli algoritmi, i dati personali, i contenuti che determinano il potere della formattazione e dell’orientamento, persino ideologico, nelle nuove accademie automatizzate? Le grandi multinazionali private, che gestiscono le piattaforme, garantiscono la libertà e l’autonomia dell’insegnamento a tutti i livelli? La nuova scuola, che oggi potrebbe trasmettere cultura in modo rivoluzionario e positivo, comincia proprio dalla capacità di auto-programmare le piattaforme digitali, data-base, gli algoritmi, ecc. , rendendosi autonoma rispetto alla gestione delle multinazionali.
La questione dei sistemi educativi nel triste periodo che stiamo vivendo, ha attirato l’attenzione del Segretario Generale dell’ONU, che il 4 Agosto 2020 ha stilato un documento importante, oggetto di riflessione nel corso della conferenza.
Si è poi affrontato il vissuto delle persone in questa fase di trasformazione, dalla quale bisogna trarre almeno 2 insegnamenti: dal lato culturale, la necessità di una verifica profonda del nostro modello di sviluppo, di una riflessione sul rapporto cittadini/istituzioni, sui rapporti familiari, sulle restrizioni delle nostre libertà, ecc; d’altro canto, sul piano psicologico, la necessità di tenere in conto l’esperienza inedita dell’isolamento sociale, della paura della malattia e della morte, della modificazione della percezione del tempo, ecc. Questi insegnamenti non dovranno essere ignorati dai futuri sistemi educativi, né dovrà essere ignorata la forte differenza territoriale e della condizione sociale delle persone – giovani, adolescenti, bambini, in particolare, né la differenza delle condizioni culturali ed economiche.
La conferenza si è conclusa sulle seguenti riflessioni. La pandemia, al di là del dramma di milioni di morti, ha lanciato un allarme profondo: se vogliamo difendere le nostre democrazie e la salute delle nostre società, è urgente rinnovare i nostri sistemi educativi, rimettere il potere al pubblico, la gestione dei nostri dati alle istituzioni, e, al tempo stesso, aumentare le nostre competenze digitali, mantenendo un atteggiamento critico nei confronti dei mezzi informatici che utilizziamo. E’ la sola arma che abbiamo per riprendere il nostro posto di cittadini attivi, comprendendo e facendo comprendere che la rete non è neutra, che è solo uno strumento, anche se potente, e che dobbiamo imparare a utilizzarla e governarla per il benessere dell’umanità e di noi stessi.
La conferenza si è svolta in lingua francese, ha avuto un’ampia partecipazione di pubblico, insegnanti e allievi, ed è stata seguita da un lungo e interessante dibattito.