Responsabilità ai tempi del Coronavirus
Incontri seminario del Liceo Scientifico “Giovanni da Procida” Salerno, a cura dell’Associazione Peripli – Culture e Società Euromediterranee
Annamaria Santangelo – presidente Associazione Agapè – “L’Empowerment della responsabilità ai tempi del Coronavirus”
Coordinano: Rita Felerico e Beatrice Sica
L’evento si terrà sulla piattaforma Zoom sabato 31 ottobre 2020 alle 16:30.
Nota a cura di Rita Felerico
Responsabilità ai tempi del coronavirus è il titolo dato agli incontri / seminario di Progetto Mediterraneo, da ben 10 anni organizzato dall’Associazione Peripli presso il Liceo Scientifico Statale “Giovanni da Procida” di Salerno.
La tematica scelta intende affrontare una serie di criticità poste dalla violenta e inaspettata presenza del virus nella vita di ognuno di noi e soprattutto comprendere come i giovani hanno risposto e reagito ai disagi psicologici e comportamentali dinanzi ai quali si sono trovati.
La notevole presenza su piattaforma zoom – 73 studenti e tre docenti – dimostra quanto la scuola sia ancora, nonostante le ferite dei tempi, un fondamentale punto di riferimento, il luogo dove potersi incontrare e confrontare liberamente.
L’ inaugurazione del seminario affidata alla lectio della psicologa dell’emergenza Anna Maria Santangelo, Presidente dell’Associazione Agapè (che ringraziamo), ha come titolo l’Empowerment della responsabilità ai tempi del Coronavirus. Anna Maria ha colto il bisogno dei giovani studenti di rafforzare le positività che si sono presentate vivendo l’esperienza in sé negativa del lockdown, come la responsabilità , vissuta e percepita non come ‘senso di colpa’, ma come congruente legame fra comportamento e azioni da scegliere.
Con chiarezza e sapendo interagire e colloquiare con i ragazzi anche via zoom, coinvolgendoli in esercizi di riflessione, la nostra amica psicologa ha focalizzato sul differente significato esistente fra mente e cervello, fra epidemia e pandemia e come la nostra mente e in nostro cervello possa reagire ai disastri e ad un evento collettivo di pandemia come quello che stiamo vivendo ( illustrazione di sentimenti come la rabbia, la collera).
La paura che in seguito può invaderci, non deve essere vissuta come invasiva negatività, al contrario deve mobilitare le nostre forze positive, le nostre risorse neurali, mettere in movimento la più volte citata resilienza, ovvero saper ritrovare in noi, nelle nostre esperienze e memorie la gestione delle difficoltà, compiere un passo in più verso la conoscenza di noi stessi, verso la cura del noi.
Di questo deve nutrirsi la ‘nuova cultura’ dei giovani, unire ciò che ci ha insegnato il virus (maggiore solidarietà, capacita di riflessione, gestione della solitudine, responsabilità delle scelte…) con il linguaggio e la conoscenza del digitale sapendone i limiti e le positività, per innescare una nuova prospettiva ed un approccio diverso all’interno del panorama culturale in genere e della cultura della responsabilità in particolare, per ampliare quell’orizzonte di libera relazionalità che è alla base della nostra umanità.