Progetto Mediterraneo “Donne e Guerre”
5 marzo 2023
Incontriamo Abeer Alkhouli, donna siriana inserita nel programma Corridoi Umanitari della Comunità di Sant’Egidio
Oggi si è tenuto il secondo incontro del progetto “Mediterraneo”, a cura dell’associazione
Peripli, presso il Liceo Scientifico Giovanni da Procida di Salerno. Quest’anno il tema
“Guerra e donne” ci ha permesso di avere l’onore ed il piacere di incontrare una donna
siriana, Abeer Alkhouli, che ha raccontato come lei e la sua famiglia sono arrivati in Italia
nel 2016. Il progetto “Corridoi Umanitari” della comunità di Sant’Egidio, che oggi era
rappresentata dal sig. Oreste Pastore, gli ha permesso di spostarsi dal campo profughi in
Libano, dove sono rimasti per cinque anni, a Salerno.
Abeer, madre di cinque figli, è stata costretta a tornare dal Libano alla Siria per partorire gli
ultimi due in una situazione di elevata precarietà, tutto questo in quanto il campo profughi
in Libano non poteva garantirle un parto sicuro.
Arrivati in Italia, in particolare a Salerno, hanno vissuto per diciotto mesi in un convento
per poi trasferirsi in un condominio. Si sono tutti perfettamente integrati: i due figli più
grandi lavorano e i più piccoli frequentano la scuola. Abeer lavora a maglia ed è
bravissima con la bigiotteria fai da te e tutti parlano abbastanza bene l’italiano e anche suo
marito lavora presso alcuni cantieri.
Parlare con lei oggi mi ha permesso di conoscere meglio la storia della guerra in Siria e di
apprendere che prima del 2011 si viveva lì una vita molto tranquilla. Inoltre, sono stata
molto felice di sapere che Abeer insieme a tutta la sua famiglia ha trovato in Italia e negli
italiani un popolo fraterno, che ha permesso a lei e tutta la sua famiglia di non vivere in
maniera drastica il distacco dalla sua terra, anche se si percepiscono la mancanza e il
dispiacere che lei prova nel sapere che parte della sua famiglia è ancora lì, costretta a
vivere gli orrori della guerra.
Credo che questo genere di incontri sia molto utile, per tutti, ma soprattutto per noi giovani,
perché ci permette di immedesimarci un po’ di più e di essere più vicini ad altre realtà e
culture.
Martina Battista